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My Recovery Plan - situazione eccezionale, soluzioni eccezionali.

Reagire positivamente all’emergenza post Coronavirus


Con l’auspicabile avvicinarsi della fine di questo lungo periodo di sofferenza umana e personale, ma anche aziendale ed economica, le Imprese dovranno affrontare con grande determinazione la situazione che si sarà venuta a creare. La tempestività in questo processo è fondamentale per essere pronti non appena si saprà come e quando le attività riprenderanno.

Nessuno può sapere con certezza quando questa situazione finirà né come sarà il Pianeta quando ciò avverrà. Ma non avere certezze non vuol dire non poter prevedere. Un recente rapporto di Cerved (www.cerved.com), che ha analizzato i bilanci di 720 mila società di capitali, stima che le imprese italiane potrebbero perdere tra i 270 e i 650 miliardi di fatturato nel biennio 2020-21, a seconda della durata dell’epidemia e della velocità di reazione dell’intero sistema. Lo scenario più cauto, considerando una durata dell’emergenza sanitaria fino a giugno, prevede che potrebbero entrare in crisi di liquidità 124 mila imprese, che potrebbero salirebbe a 176 (il 33 % del totale) se si considera la durata dell’emergenza sanitaria fino alla fine del 2020. In entrambi i casi, il costo sociale dei fallimenti sarebbe devastante: i lavoratori a rischio sarebbero 2,8 milioni nello scenario più cauto e 3,8 milioni in quello pessimista. Ora più che mai, pertanto, le imprese devono ricercare l’applicazione di un approccio preventivo e non consuntivo alla gestione, peraltro coerentemente con la recente introduzione del secondo comma dell’art. 2086 del codice civile, che prevede, per l’imprenditore il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa. E l’emersione tempestiva della crisi d’impresa e della perdita della continuità aziendale sono elementi che, insieme all’attivazione, altrettanto tempestiva, di uno degli strumenti previsti per il superamento della crisi, in ottica di recupero della continuità, devono essere al centro del comportamento dell’imprenditore. In questa drammatica situazione, l’attenzione deve essere concentrata sulla capacità di reazione non solo a breve termine dell’impresa; e il pericolo maggiore, oggi più che mai, è l’immobilismo.

Quello che si può e si deve fare fin d’ora è analizzare con cura la propria situazione, poi costruire possibili scenari, prevedendo nel modo migliore e più scientifico possibile, in quali condizioni si verrà a trovare ognuna delle nostre imprese.

Programmare cosa si dovrà e cosa si potrà fare per garantire, in sicurezza, la continuità dell’impresa e delle sue attività. Accanto alla inevitabile riorganizzazione dei processi produttivi secondo nuovi e più sicuri modelli organizzativi sarà necessario:

  • verificare, con ragionevole certezza, che l’impresa sia in grado di uscire dalla crisi mantenendo la necessaria capacità di continuare la propria attività, evitando in maniera assoluta di bruciare risorse laddove ciò dovesse risultare inutile,

  • verificare tempestivamente le condizioni contrattuali in essere con clienti e fornitori, i loro punti critici e le opportunità legali adottabili e tutti gli strumenti normativi disponibili, per l’impresa e per le sue controparti (recesso, inadempimento, eccessiva onerosità, giusta causa, ecc.),

  • valutare l’applicazione di tutti gli strumenti disponibili, compresi gli ammortizzatori sociali straordinari e quelli più innovativi e articolati, per la gestione delle risorse umane,

  • progettare e realizzare un nuovo, più efficace e soprattutto più utile, lavoro dell’amministrazione, in termini gestionali,

  • ottimizzare le opportunità fiscali,

  • adottare strumenti e tecniche di previsione economica e finanziaria, riprogrammare gli investimenti e ottimizzare le risorse finanziarie e i flussi di cassa, anche ricorrendo alle opportunità normative e di mercato e a forme e fonti innovative,

  • dedicare risorse all’innovazione dei processi, prima ancora che dei prodotti,

  • e non da ultimo curarsi delle responsabilità degli amministratori.


Tutto ciò dovrà confluire in un recovery plan personalizzato, articolato su due livelli.

Il primo livello, di taglio emergenziale, per definire velocemente la situazione attuale e la sua evoluzione a breve, dal punto di vista economico, finanziario e patrimoniale, finalizzato a comprendere l’entità del fabbisogno finanziario e ad orientare conseguentemente la richiesta di nuova finanza e di moratorie, con l’obbiettivo primario di stabilizzare, nel breve, la situazione finanziaria.

Il secondo livello di intervento è rappresentato dalla costruzione di un documento di pianificazione e programmazione dal forte contenuto strategico, nel quale definire l’evoluzione della gestione, ipotizzando lo sviluppo degli scenari che potrebbero verificarsi nei prossimi mesi (forecast il 2020) e almeno per il prossimo anno (budget 2021), che sarà ancora condizionato dall’emergenza, pur avviandosi, auspicabilmente, verso il ritorno ad una condizione di “nuova normalità”.

Lo si dovrà fare presto e bene, privilegiando la sostanza rispetto alla forma. Lo si dovrà fare con i necessari supporti: di informazioni, di competenze, di know-how; lo si dovrà fare di sfruttare nel miglior modo possibile gli strumenti normativi e agevolativi esistenti e quelli di supporto all’economia che verranno in futuro messi in campo. Lo si dovrà fare con prudenza, ma investendo e innovando.

Per questo SC&A, assieme ai suoi Partner, ha dato vita al progetto My Recovery Plan, per affiancare e supportare le imprese in questo momento difficile e di grande incertezza. Si tratta di un servizio offerto agli imprenditori e ai manager per affrontare al meglio gli aspetti economici, finanziari, gestionali, legali e del lavoro conseguenti all’emergenza sanitari. Lo facciamo mediante un team composto da professionisti portatori di tutte le diverse professionalità necessarie: Commercialisti, Avvocati, Consulenti del Lavoro, Aziendalisti, coordinati tutti da un unico professionista che sarà l’interfaccia dell’Imprenditore e che già conosce a fondo la vostra azienda, anche affiancando altri vostri consulenti abituali. Si tratta di un team, affiatato e collaudato, abituato da tempo a lavorare in maniera coordinata e con la massima efficacia. Perché il coordinamento e il lavoro di squadra di professionalità differenti, ma parallele e integrate, è indispensabile per affrontare e risolvere i problemi di una complessità come quella che dovremo fronteggiare.

Si tratta di far fronte ad una situazione eccezionale, che richiede risposte eccezionali. Una situazione generalizzata ed invasiva in cui nessuno di noi si è mai trovato prima. L’impegno e il dovere di ciascuno di noi dev’essere di fare tutto il possibile (e forse l’impossibile), per uscirne vivi e ripartire. Tutti assieme e possibilmente tutti. Non uno di meno.

Siamo convinti che quanto ciascuno di noi ha fatto fino ad oggi per ogni singola impresa, l’esperienza che ciascuno dei nostri professionisti ha accumulato in ogni singola crisi aziendale affrontata, la presenza di competenze diverse capaci di interagire fra loro, unite alla vostra storia e alla vostra determinazione, ci consentiranno di reagire, assieme, nel migliore e nel più efficace dei modi.

È un percorso per gradi, che parte dall’analisi del contesto in cui l’impresa si troverà a muoversi, per poi entrare nel dettaglio delle singole aree di possibile intervento, disegnando assieme un worst case scenario, per valutare se e come sarà possibile uscirne.

Ma è un percorso da cominciare e concludere in tempi molto brevi e senza esitazioni. Un percorso che comporta scelte ragionate ma veloci, strutturate ma immediatamente applicabili.



Noi siamo pronti.



Per info e approfondimenti: focus@scastudio.com







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