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In vigore dal 10 ottobre la prima legge sull’intelligenza artificiale.

Aggiornamento: 22 ott

Circolare 65|2025

Reggio Emilia, 13/10/2025

 

Dal 10 ottobre è in vigore la Legge n. 132/2025 che contiene disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale.

 

La nuova legge stabilisce princìpi di fondo che devono essere rispettati nell’ambito della ricerca, della sperimentazione, dello sviluppo, dell’adozione e dell’applicazione di sistemi e di modelli di intelligenza artificiale.

 

Quali finalità, si propone di promuovere un utilizzo corretto, trasparente e responsabile, in una dimensione antropocentrica, dell’intelligenza artificiale, volto a coglierne le opportunità. E si impegna a garantire la vigilanza sui rischi economici e sociali e sull’impatto sui diritti fondamentali dell’intelligenza artificiale.

 

La nuova Legge introduce nuovi obblighi in molti ambiti, fra i quali quelli del mondo professionale e del lavoro dipendente. Vediamo quali.

 

1.      Nuovi obblighi per i professionisti.

 

Il nuovo art. 13 della Legge n. 132/2025 prevede che i professionisti devono utilizzare i sistemi di intelligenza artificiale unicamente per svolgere le attività strumentali e di supporto all’attività professionale.

 

Nell’attività professionale, deve quindi continuare a prevalere il lavoro intellettuale che costituisce l’oggetto della prestazione d’opera da svolgere.

 

Per assicurare il rapporto fiduciario fra professionista e cliente, il nuovo art. 13 prevede anche che, nel caso in cui il professionista utilizzi sistemi di intelligenza artificiale, deve comunicarlo ai clienti con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo.

 

2.      L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro.

 

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro è regolato dall’art. 11 della Legge n. 132/2025, il quale prevede che in tale ambito l’IA:

·      deve essere impiegata allo scopo di migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l'integrità psicofisica dei lavoratori e accrescere la qualità delle prestazioni lavorative e la produttività delle persone in conformità al diritto dell'Unione europea;

·      deve essere usata in modo sicuro, affidabile, trasparente;

·      non può essere utilizzata in contrasto con la dignità umana né violare la riservatezza dei dati personali;

·      nell’organizzazione e nella gestione del rapporto di lavoro, deve garantire l’osservanza dei diritti inviolabili del lavoratore senza discriminazioni per sesso, età, origini etniche, credo religioso, orientamento sessuale, opinioni politiche e condizioni personali, sociali ed economiche, in conformità al diritto dell’Unione europea.

 

Il datore di lavoro o il committente (pubblico o privato) sono tenuti a informare il lavoratore dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale nel caso in cui utilizzi l’IA per avere indicazioni rilevanti ai fini della assunzione o del conferimento dell'incarico, della gestione o della cessazione del rapporto di lavoro, dell’assegnazione di compiti o mansioni, nonché per avere indicazioni incidenti sulla sorveglianza, la valutazione, le prestazioni e l’adempimento delle obbligazioni contrattuali dei lavoratori.

Ci si riferisce, ad esempio, al caso in cui il datore di lavoro o il committente utilizzi strumenti di selezione automatizzata, strumenti di analytics e machine learning o strumenti che intervengono nella gestione o nella cessazione del rapporto di lavoro con assegnazione o revoca automatizzata di compiti, mansioni o turni, definizione dell’orario di lavoro, sistemi di rating e ranking.

L'obbligo informativo introdotto dalla Legge n. 132/2025 si pone in continuità con il Regolamento Europeo sull'intelligenza artificiale (Regolamento (UE) 2024/1689 - "IA Act") che, infatti, classifica tali strumenti di IA come sistemi “ad alto rischio”, poiché incidono sui diritti dei lavoratori, e quindi meritevoli di una particolare tutela informativa.

 

A disposizione per ogni ulteriore approfondimento. Con i migliori saluti.

 

SCALABRINI CADOPPI & ASSOCIATI



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